Ho 8 anni ma il tempo passa by Di Gravio Valerio

Ho 8 anni ma il tempo passa by Di Gravio Valerio

autore:Di Gravio, Valerio [Di Gravio, Valerio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi
pubblicato: 2016-10-18T22:00:00+00:00


L’ASINO DI BURIDANO

1.

Meticoloso lo era sempre stato. Anche da bambino. Ogni scelta era sempre molto ponderata. Questo aggettivo, anzi, lo aveva sempre affascinato, da quando qualcuno (uno zio, a quel che ricordava) gliene spiegò il senso. «Immagina», gli disse, «di mettere i pro e i contro di una scelta sui due piatti di una bilancia. Ponderare una scelta vuol dire proprio questo. Pesarne vantaggi e svantaggi». Da quel giorno, ogni scelta – anche la più banale – fu frutto di ponderazione. Mise a punto, non aveva ancora otto anni, un complesso sistema. A ogni pro e a ogni contro di una possibile scelta veniva assegnato un punteggio da 1 a 5. Ognuno di essi, però, aveva un suo coefficiente di importanza, che andava da 1 a 3. Così, ad esempio, dinanzi all’alternativa vado al cinema (scelta A) o rimango a fare compagnia alla nonna (scelta B), ragionava così. La scelta A prende 5 come proprio piacere, mentre la B prende 2; la scelta A prende 1 come piacere dei genitori, e la B 5; la scelta A prende 3 come risparmio, la B 5. A questo punto attribuiva i suoi coefficienti. In modo un po’ egoistico, il massimo era attribuito al proprio piacere (3) mentre al piacere dei genitori era attribuito il coefficiente 1,5 e al risparmio 1. Andava perciò al cinema, ma lo faceva non perché – semplicemente – lo preferiva, ma in base a una scelta ponderata.

Si potrebbe pensare a un gioco da bambini, che con il tempo si abbandona. Così non fu. Il fatto che ogni decisione possa fondarsi su basi oggettive e razionali era, per lui, una realtà inconfutabile. E perciò accadde che, con il passare degli anni e il complicarsi delle scelte, gli elementi da valutare e i coefficienti di ponderazione da inserire crebbero continuamente. Aveva organizzato un foglio di calcolo per avere, il più rapidamente possibile, il risultato della ponderazione. Per dire la verità, l’esito raramente lo sorprendeva e, qualche volta, quando ciò avveniva non esitava a mettere a punto qualche coefficiente per giungere alla soluzione attesa, o sperata. Cambiare la votazione a posteriori gli sarebbe parso un imbroglio; mettere a punto i coefficienti, no.

Può dirsi, senza però affermare che tutto fosse una farsa, che quando in cuor suo una scelta era compiuta, il sistema, bene o male, finiva con l’assecondarla. In fondo, rifletteva, il fatto che la scelta ponderata coincida il più delle volte con quella, diciamo così, naturale vuol solo dire che una certa ponderazione inconscia la fa pure l’istinto, che spesso ci azzecca. E vuole anche dire, in fondo, che il sistema funziona. Quando attraverso due diversi metodi si giunge allo stesso risultato, essi fungono l’uno da controprova dell’altro.

Il sistema, si ripeteva, è tanto più utile quanti più dubbi pone la decisione da prendere. Dove l’istinto tentenna, lì serve il sistema. Sennonché, in quei casi, la messa a punto della griglia di valutazione e dei relativi coefficienti era particolarmente complessa. Arrivava a inserire decine, anche molte decine, di criteri e ad



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